Sonno tecniche di rilassamento quali sono le differenze tra questi stati psicofisici
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Sonno e rilassamento: quali sono le differenze tra questi stati psicofisici?

Sono entrambi indotti dalle tecniche di rilassamento, ma non sono uguali: lo stato di sonno e quello di rilassamento sono due condizioni psicofisiche che generano benefici per il corpo (ricaricare le energie!) in modi differenti.

Le persone spesso mi chiedono:

“Ma se sono stanco non faccio prima a dormire?”

Nulla può sostituire il sonno che è necessario alla sopravvivenza; tuttavia, se vuoi ricaricare le pile, anche indurre uno stato di rilassamento profondo può essere particolarmente utile.

Ci sono delle differenze sostanziali tra lo stato psicofisico in cui ci troviamo durante il sonno e quello che sperimentiamo durante una sessione di rilassamento profondo.

In questo articolo imparerai a riconoscere le differenze ed a servirti di entrambi per ricaricare le energie e produrre di più.

Il rilassamento indotto dalla meditazione ed il sonno non sono la stessa cosa.

C’è proprio poca somiglianza!

Sia durante il sonno che durante la meditazione c’è una diminuzione nel consumo di ossigeno.

Tuttavia, la quantità è totalmente differente.

Durante il sonno, la diminuzione del consumo di ossigeno raggiunge un valore dell’8% rispetto a quando siamo svegli, e questo avviene in maniera progressiva fino a stabilizzarsi intorno alla 4 o 5 ore da quando ci siamo addormentati.

Invece, durante l’induzione di una tecnica di rilassamento (o durante la meditazione) questa diminuzione raggiunge un valore compreso tra il 10% ed il 20% durante i primi tre minuti di pratica.

È impossibile indurre una diminuzione simile attraverso altre metodologie!

Un’altra differenza riscontrabile è stata rivelata tramite encefalogramma.

Quando usiamo una tecnica di rilassamento il nostro cervello produce onde alfa, che sono delle onde cerebrali lente che aumentano in frequenza ed intensità durante la meditazione.

Le onde alfa sono più difficile da rivelare durante il sonno.

La scienza sta ancora indagando il funzionamento specifico delle onde alfa, ma sappiamo che vengono prodotte quando l’individuo è rilassato.

Un’altra differenza sta nel fatto che durante l’utilizzo di una tecnica di rilassamento non sono presenti nel cervello i segnali elettrici tipici del rapid-eye movement che compaiono durante il sonno.

Questo significa che il sonno e il rilassamento profondo non sono la stessa cosa: l’uno non può essere il sostituto per l’altro, e viceversa.

Esiste una somiglianza nel genere di cambiamenti fisiologici indotti da entrambi ma se abbiamo bisogno di dormire, dobbiamo dormire.

Allo stesso modo, le tecniche di rilassamento producono una serie di modificazioni fisiologiche all’interno del corpo che sono un validissimo aiuto per combattere lo stress.

Lo stato di coscienza ottenibile tramite tecniche di rilassamento è uno “stato alterato di coscienza”

Viene definito “alterato” perchè è uno stato di coscienza che non sperimentiamo nella vita di tutti i giorni, infatti deve essere elicitato per provarlo.

Quando parliamo di stati di coscienza facciamo riferimento ad un lungo continuum dove agli estremi possiamo trovare il coma da un lato (incoscienza profonda) e la vigilanza estrema dall’altro.

Un metodo per elicitare questo stato di coscienza è per l’appunto la meditazione o l’utilizzo di tecniche di rilassamento.

Da cosa derivano le modificazioni fisiologiche indotte dalle tecniche di rilassamento?

In generale, possiamo considerare lo stato di rilassamento profondo come una condizione di elevato rilassamento che è associata ad un abbassamento dell’attività del sistema nervoso simpatico ed all’aumento dell’attività del sistema nervoso parasimpatico.

A sostegno di questa ipotesi sono stati svolti parecchi esperimenti: un esperimento storico a riguardo è quello condotto dal dottor Walter Hess nella prima metà del secolo scorso.

Egli stimolò alcune zone dell’ipotalamo e si rese conto che poteva indurre nei gatti delle reazioni fisiologiche contrapposte in base alla zona stimolata.

Stimolando alcune zone poteva indurre le modificazioni fisiologiche tipiche della reazione di attacco o fuga; stimolandone altre invece, produceva una risposta di effetto totalmente diverso.

Il dottor Hess descrisse questa reazione come una reazione trofotropica, da intendersi come un sistema di protezione contro lo stress che appartiene al sistema parasimpatico.

Anche noi esseri umani possiamo indurre questa reazione: indovina come?

È ovvio: tramite la meditazione!

Sonno e rilassamento profondo sono differenti! Approfitta di entrambi per aumentare la tua produttività! 😉

Dottor Antonello Mattia – Psicologo Castelli Romani

Pubblicato da Antonello Mattia

Mi chiamo Antonello Mattia, sono uno psicologo e scrivo articoli riguardanti il mondo della psicologia e della psicoterapia, parlando di concetti complessi in modo fruibile e divertente.

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