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Mangiare per sfogare lo stress: le cause della fame emotiva

Tra le modalità che le persone scelgono per sfogare lo stress esiste anche l’atto del mangiare.

Infatti, alcuni individui decidono consapevolmente oppure inconsapevolmente di gestire le proprie emozioni negative e sfogare lo stress della giornata lavorativa mangiando quantità più o meno grandi di cibo.

Quando il bisogno di mangiare non deriva da una condizione biologica di mancanza di energia per l’organismo ma piuttosto dalla necessità di sfogare lo stress, allora parliamo di fame emotiva.

In questo articolo ti spiegherò cos’è la fame emotiva e quali pericoli nasconde l’associazione tra cibo e gestione dello stress e delle emozioni negative.

La fame emotiva può essere considerata come una vera e propria strategia di coping.

Tuttavia, sfogare lo stress e gestire la rabbia e la tristezza attraverso il cibo è una strategia che nasconde numerosi pericoli: per questo motivo viene considerata come una strategia di coping disfunzionale.

Innanzitutto, è importante ribadire che la fame è un fenomeno sfaccettato e muldimensionale.

Infatti, gli esseri umani mangiano non solo per motivazioni di carattere energetico ma anche psicologico e culturale.

A livello biologico

… il bisogno di mangiare aumenta quando i livelli di glucosio scendono al di sotto di una soglia critica.

Il centro della fame è situato in una regione dell’ipotalamo, che è collegata ad altre aree cerebrali che ci rendono consapevoli del bisogno di mangiare.

Inoltre, il centro della fame è connesso alle strutture del sistema limbico che danno una connotazione emotiva all’atto del mangiare.

A livello psicologico

… l’atto del mangiare è connesso a tutta una serie di aspettative legate al cibo.

Infatti, quando mangiamo qualcosa di particolarmente buono proviamo una sensazione di piacere che tendiamo a voler ripetere.

Per questo motivo creiamo inconsciamente un sistema di aspettative che collegano il cibo al piacere che scaturisce dalla sua consumazione.

Il cibo possiede ulteriori connotazioni psicologiche: come abbiamo visto all’inizio dell’articolo e come vedremo più avanti, il cibo può essere utilizzato come consolazione per sfogare lo stress oppure gestire le emozioni negative.

A livello culturale

… il cibo è influenzato dalla nostra cultura di appartenenza.

Ogni popolo del mondo possiede una sua cucina autoctona caratterizzata da cibi selezionati, cucinati e presentati in maniera originale.

Un cibo che per noi Italiani potrebbe essere considerato immangiabile potrebbe non esserlo per qualche altro paese del mondo: la diversità culinaria è vasta tanto quanto quella culturale.

Che tipo di pericoli nasconde la fame emotiva?

Una persona che è abituata a mangiare per sfogare lo stress corre il rischio di ingrassare e incorrere in tutta una serie di complicazioni biologiche e psicologiche legate all’obesità.

In alcuni individui l’atto del mangiare viene sostituito da vere e proprie abbuffare compulsive: si tratta del fenomeno del binge eating, da cui deriva anche l’omonimo disturbo dell’alimentazione (Binge-Eating Disorder).

Infatti, l’acutizzarsi della relazione tra cibo ed emozioni negative può aumentare l’insorgenza di disturbi dell’alimentazione in casi specifici.

Questo accade principalmente quando l’atto del mangiare viene utilizzato in maniera rigida e compulsiva come modalità di coping per gestire i problemi che provengono dal mondo esterno.

Nel caso dell’anoressia avviene il contrario: l’individuo utilizza una strategia alimentare rigida e restrittiva che lo porta a non mangiare quasi per nulla, per tutta una serie di motivazioni psicologiche profonde che subiscono variazioni in base alla persona.

Al di fuori del discorso sui disturbi clinici conclamati, la fame emotiva è una modalità di coping che si sostituisce in maniera disfunzionale alla gestione matura delle emozioni.

È possibile sfogare lo stress attraverso modalità che non siano il cibo: ad esempio utilizzando le tecniche di rilassamento, facendo sport e via dicendo.

Anche le emozioni negative possono essere gestite alla stessa maniera: possiamo parlarne con uno psicologo, possiamo imparare a riconoscerle ed accettarle, possiamo imparare a comunicarle agli altri quando sentiamo che è necessario farlo.

Il cibo può essere un valido alleato per il benessere oppure il nostro peggior nemico: l’importante è avere consapevolezza della relazione che abbiamo con esso!

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Alla prossima settimana per un altro articolo!

Dottor Antonello Mattia

Pubblicato da Antonello Mattia

Mi chiamo Antonello Mattia, sono uno psicologo e scrivo articoli riguardanti il mondo della psicologia e della psicoterapia, parlando di concetti complessi in modo fruibile e divertente.

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