imparare ad ascoltare gli altri rapporto colleghi lavoro
CategoriaArticoli

Migliora il rapporto con i colleghi: impara ad ascoltare

Migliora il rapporto con i colleghi: impara ad ascoltare

Una delle abilità più importanti e più utili in un contesto lavorativo è sicuramente la capacità di ascoltare gli altri.

Che tu sia un impiegato che deve coordinare il proprio lavoro con quello dei colleghi ogni giorno oppure un manager che ricopre un ruolo di dirigenza, imparare ad ascoltare gli altri è una abilità che ti risulterà preziosissima e ti aiuterà in molte situazioni lavorative.

Vuoi conoscere i segreti dell’ascolto attivo?

Leggi l’articolo e ne saprai di più!

Innanzitutto, esiste una differenza sostanziale tra l’attenzione e l’ascolto.

Queste due parole hanno significati distinti e vanno colti bene.

L’attenzione si riferisce al modo nel quale l’individuo sta con l’interlocutore a livello fisico e psicologico.

L’ascolto invece si riferisce al modo nel quale coglie e capisce i messaggi che l’interlocutore gli comunica.

Imparare ad ascoltare gli altri significa cogliere attentamente quello che l’altra persona vuole dire, sia con le parole e sia con il corpo.

Questa è la grande differenza tra l’ascolto effettuato da una persona e quello di un registratore automatico!

Imparare ad ascoltare gli altri implica almeno quattro aspetti, che descriveremo qui di seguito.

Primo aspetto – Osservare e leggere il comportamento non verbale della persona

In uno studio di Mehrabian A. (1971, Silent Messages, Boston: Houghton Mifflin)) risultò che l’impressione di essere ben voluti dipendeva da:

  • 7% dalle parole dette;
  • 38% dal tono di voce;
  • 55% dagli stimoli facciali.

Come possiamo vedere, ciò che viene detto ha una importanza assolutamente minore rispetto a come lo diciamo.

Coloro che sono bravi ad ascoltare gli altri hanno una spiccata capacità di:

  • Leggere il comportamento corporeo come gesti, posizioni, movimenti;
  • Leggere i comportamenti legati alla voce come il tono, il livello, l’acutezza, i silenzi, le pause e così via;
  • Osservare le reazioni fisiologiche automatiche: arrossamenti, pallore, cambiamenti nel respiro;
  • Cogliere le espressioni facciali come i sorrisi, l’aggrottamento della fronte, il movimento delle labbra eccetera;
  • Notare le caratteristiche fisiche come l’altezza, il peso, il benessere;
  • Osservare l’aspetto generale come la cura del corpo e la scelta dei vestiti.

Attenzione: leggere il comportamento non verbale non significa interpretare, bensì contestualizzare!

Infatti, lo stesso linguaggio non verbale spesso ha diversi significati che cambiano a seconda del contesto in cui viene effettuato.

Per questo motivo è necessario capire quando un dettaglio della comunicazione non verbale è importante e quando non lo è: potremmo fossilizzarci su un sorriso fatto dall’altro, quando in realtà è ininfluente per il tipo di messaggio che l’altro vuole comunicarci.

Secondo aspetto – Ascoltare e capire i messaggi verbali dell’utente

Imparare ad ascoltare gli altri significa ovviamente prestare attenzione a quello che dice l’altro.

Cosa andrebbe notato all’interno di un discorso?

Innanzitutto, è importante coglierne l’essenza.

La capacità di sintesi è un’abilità molto utile quando si vuole imparare ad ascoltare gli altri: essa ci permette di cogliere l’essenza di quello che vuole dirci l’altra persona e farglielo presente, in modo che quest’ultima possa sentirsi capita e compresa.

Inoltre, sono ugualmente importanti i punti di vista che la persona ci espone, i temi del discorso, gli aspetti che dominano rispetto agli altri.

Terzo aspetto – Ascoltare la persona nel contesto sociale della sua vita

Ogni persona possiede un contesto relazionale specifico in cui si muove e vive.

Il nostro contesto sociale ci influenza e ci plasma: per questo motivo è logico aspettarsi che alcune informazioni a riguardo possano essere dedotte da cosa ci vuole comunicare l’altra persona.

È importante ricordare che ogni comunicazione è collocata all’interno di un contesto: l’analisi e la comprensione del suddetto contesto aumentano la nostra capacità di imparare ad ascoltare gli altri.

Quali sono, invece, gli ostacoli all’ascolto?

  • L’ascolto inadeguato. È quel tipo di ascolto in cui siamo concentrati di più sui nostri bisogni e pensieri piuttosto che su quello che l’altro ci sta dicendo, tanto da dare l’impressione di non stare ascoltando;
  • L’ascolto valutativo. È il tipo di ascolto in cui diamo un giudizio all’altro, facendolo sentire valutato invece che capito;
  • L’ascolto filtrato. È quel tipo di ascolto in cui inseriamo la persona che abbiamo di fronte all’interno di categorizzazioni precostruite: è importante vedere la persona e non la categoria di cui fa parte;
  • L’ascolto di fatti anzichè di persone. È importante ascoltare la persona che abbiamo di fronte e non sono registrare in mente i fatti che ci sta dicendo.
  • Le interruzioni. Interrompere l’altro nel bel mezzo di un discorso è una metolodogia che non favorisce l’ascolto dell’altro.

Hai mai considerato questi tre aspetti che ti ho elencato?

Ti è mai capitato di ascoltare gli altri secondo uno dei metodi elencati che non funzionano?

Prendere consapevolezza di come ascoltiamo gli altri è un gigantesco passo in avanti per imparare ad ascoltare gli altri in maniera efficace e ben voluta.

Se hai trovato utile l’articolo, condividilo sui social! Puoi farlo cliccando sul pulsante qui sotto oppure sul pulsante che vedi alla sinistra dell’articolo.

Alla prossima settimana per un nuovo articolo.

Dottor Antonello Mattia

Pubblicato da Antonello Mattia

Mi chiamo Antonello Mattia, sono uno psicologo e scrivo articoli riguardanti il mondo della psicologia e della psicoterapia, parlando di concetti complessi in modo fruibile e divertente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *