Nei miei anni di studio all’università mi è capitato molte volte di ascoltare i miei amici mentre si paragonavano ad altri.
Spesso il paragone era di tipo negativo: l’altro viene visto come bravissimo nello studio, avanti con gli esami, in tempo per la laurea e sembra che non abbia nessun difetto che macchi la sua carriera universitaria.
Al contrario, i miei amici si dipingevano come degli studenti che ricordano un pò il ragionier Fantozzi di Paolo Villaggio: goffi nello studio, perditempo, ansiosi a non finire e con una serie di voti che lasciano ipotizzare che non siano poi così arguti nello studio.
Fare paragoni con gli altri colleghi universitari può essere una pratica pericolosa che può intaccare la tua autostima e peggiorare la tua esperienza universitaria.
Come smettere di fare paragoni con gli altri?
Vediamolo assieme elencando tre consigli che possono esserti utili per smettere di praticare questa abitudine nociva.
Il paragone con gli altri spesso è una svalutazione di se stessi
Iniziamo subito dicendo che il paragone con gli altri spesso viene messo in atto come se fosse una svalutazione verso se stessi.
Fateci caso la prossima volta che sentite un’amica o un amico (o voi stessi!) che si sta lamentando in questo modo: sembra che l’oggetto di paragone sia messo su un piedistallo, mentre la persona che si lamenta sia distesa in una pozza di fango.
A livello psicologico questa situazione può essere descritta secondo la frase: “Io non sono OK, mentre tu sei OK”.
Cosa significa essere OK?
Questa espressione viene utilizzata moltissimo in Analisi Transazionale ed indica la capacità di darsi e riconoscersi valore.
Quando diciamo a noi stessi che “non siamo OK” significa che in quel momento non ci stiamo dando valore, ci stiamo svalutando e per questo l’esperienza viene spesso accompagnata da sentimenti di disagio.
Se siamo abituati a svalutarci, a porre gli altri su un piedistallo mentre noi siamo nel fango molto probabilmente la nostra autostima ne risentirà e rafforzeremo la nostra opinione sul fatto che gli altri sono sempre migliori di noi in qualcosa.
A questo punto scoprire come smettere di fare paragoni con gli altri diventa un modo in cui ti riconosci il tuo valore e smetti di utilizzare questa abitudine nociva che ha solamente effetti negativi sulla tua autostima.
Che consigli puoi utilizzare per smettere di fare paragoni tra te ed i tuoi colleghi universitari?
Primo consiglio: L’esame è una fotografia nel tempo
Trovo che vedere l’esame come una fotografia sia molto utile per diminuire l’importanza che gli diamo nel momento in cui facciamo paragoni con gli altri.
Cos’è una fotografia se non la rappresentazione tangibile di un istante della tua vita?
Ecco, un esame appartiene alla stessa categoria: è la rappresentazione della tua conoscenza di un dato argomento in un istante della tua vita.
La parolina magica è proprio “istante”: se consideri tutto il processo di acquisizione di conoscenza che ti porterà a finire l’università ed iniziare il lavoro dei tuoi sogni (con tutti i corsi di aggiornamento che gli competono), che tipo di importanza puoi dare ad un istante del tuo percorso universitario?
Imparare è un processo costante che dura una vita, perciò ridimensiona l’importanza che dai ai singoli istanti che lo costituiscono e fidati del processo (e di te stesso/a! :)).
Secondo consiglio: Il voto non rispecchia il tuo valore come persona
Questo è un errore comunissimo, ovvero pensare che i comportamenti di una persona siano corrispondenti al suo valore in quanto tale.
Siamo esseri umani ed in quanto tali ci capita di sbagliare: tuttavia, questo non intacca il nostro valore come persone.
Per smettere di fare paragoni con gli altri è importante considerare questo importante principio.
Ricordi la proposizione “Io sono OK” che ti ho descritto all’inizio?
Ecco, l’essenza di questa frase sta nel coraggio di darsi valore a prescindere dagli errori che commettiamo: il comportamento può essere cambiato, migliorato o peggiorato, ma il nostro valore come persone uniche al mondo resta sempre uguale!
Terzo consiglio: Gli imprevisti capitano!
Sono sempre rimasto esterrefatto da come anche i piani di studio più complessi, organizzati e perfezionati che possano essere stati elaborati possano saltare in aria per via di un banale raffreddore.
Gli imprevisti capitano ed è giusto considerarli!
Puoi stare lì davanti ai libri per ore a pensare a quante pagine studierai ogni giorno, a che tipo di tabella orario seguirai per studiare, a che libri studierai ecc. ma basterà un imprevisto come una febbre stagionale, una serie di impegni inderogabili, un problema familiare per far saltare tutti i tuoi piani.
Il primo consiglio che ti ho presentato era quello di considerare l’esame come una fotografia: ecco, quando capita un imprevisto che danneggia la tua preparazione per l’esame questo consiglio diventa ancora più vero, perchè la tua conoscenza in quel determinato istante della tua vita non rappresenta la conoscenza che acquisterai ad esame concluso, magari andando ad approfondire gli argomenti su cui avevi sorvolato per via degli imprevisti.
Cosa ci insegna questo?
Innanzitutto ad essere flessibili con i nostri piani di studio, ed in secondo luogo a considerare che se un nostro amico ha preso un voto peggiore del nostro o viceversa non è per forza legato ad un discorso di bravura, ma potrebbe essere ricollegato a qualche brutto imprevisto che ne ha danneggiato la preparazione all’esame.
Come smettere di fare paragoni tra te ed i tuoi colleghi universitari?
Tieni a mente questi tre consigli che ti ho dato e fammi sapere come va!
Spero che ti abbiamno dato un nuova prospettiva sul tema dei paragoni e degli esami universitari 🙂
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Dottor Antonello Mattia – Psicologo Castelli Romani