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Come faccio a cambiare? Quando la consapevolezza non basta

Come faccio a cambiare? Cosa possa fare per cambiare questo comportamento o questa abitudine che mi fa stare male?

La domanda “come faccio a cambiare” è più comune di quello che pensiamo: spesso abbiamo consapevolezza di avere un problema, ma non sappiamo cosa fare per risolverlo ed attuare un vero cambiamento.

Questo articolo affronta il tema del cambiamento e sottolinea il fatto che a volte la consapevolezza non basta: ti invito a leggerlo per saperne di più!

Il cambiamento è uno dei principi cardine della vita.

Ogni essere vivente cambia continuamente con il passare del tempo: cresce a livello organico, fa esperienze diverse, interagisce con il mondo esterno in modi sempre nuovi per adattarsi ad esso.

Il cambiamento è sinonimo della vita che avanza e che si muove avanti nel tempo; la staticità è sinonimo della rigidità tipica della morte e del tempo che ormai si è fermato.

Probabilmente ognuno di noi aspira a dei cambiamenti che desidera da tempo.

Potrebbe trattarsi di perdere peso, smettere di fumare oppure di andare a letto presto la sera, tuttavia potremmo desiderare anche cambiamenti più complessi ed importanti come smettere di essere così aggressivi con gli altri, cambiare il proprio stile di vita stressante oppure imparare a dire no quando serve.

Il cambiamento è qualcosa che desideriamo, a volte anche ardentemente, ma ogni volta che abbiamo a che fare con questo tema sorge una domanda spontanea …

Come faccio a cambiare?

In un precedente articolo ho analizzato il collegamento che esiste tra il cambiamento e la consapevolezza.

In sintesi, l’articolo afferma che acquisire consapevolezza di quello che siamo e che sappiamo fare aumenta i nostri modi di interagire con l’ambiente.

Nel momento in cui diventiamo consapevoli di noi stessi possiamo agire sulla base di più informazioni: sappiamo chi siamo, sappiamo come funzioniamo, e per questo aumentano le possibilità di scegliere quello che è meglio per noi stessi.

Ti invito a leggere l’articolo per acquisire una visione più approfondita dell’argomento, nel frattempo il concetto che voglio sottolineare è che la consapevolezza è un passo importante per il cambiamento.

D’altronde, dobbiamo essere consapevoli di avere un problema per poter risolvere il problema stesso!

Molti modelli di psicoterapia pongono enfasi sulla consapevolezza: basti pensare al modello psicoanalitico classico che cerca di scavare nel passato del paziente per arrivare a cogliere le cause del suo malessere quotidiano.

La consapevolezza è sicuramente importante ed è un passo necessario per il cambiamento, tuttavia bisogna ricordare che …

La consapevolezza è solamente il primo passo per il cambiamento!

Un concetto che è apparentemente semplice ma che sfugge alla maggior parte delle persone è che tutte le nostre abitudini, sia positive che negative, hanno avuto un tempo per consolidarsi che equivale alla nostra storia di vita.

Se ho imparato da bambino ad essere aggressivo per richiamare l’attenzione degli altri e adesso ho 40 anni, significa che ho avuto ben 30 anni di tempo per consolidare questa tendenza e renderla parte di me.

Allo stesso modo, se per tanti anni della mia vita sono stato remissivo ed ho detto “sì” a molte situazioni e persone anche quando volevo dire “no” allora è abbastanza improbabile che da un giorno all’altro io sia capace di dire “no” con scioltezza e naturalezza.

Per effettuare un cambiamento duraturo sulle nostre abitudini scomode abbiamo bisogno di due variabili:

  • L’esperienza
  • Il tempo

Avere consapevolezza del problema è il primo passo.

Successivamente, fare esperienze nuove e darsi il tempo di crescere e cambiare sono i successivi passi che porteranno al cambiamento.

Il principio generale che voglio sottolineare è il seguente:

Il cambiamento è possibile quando la consapevolezza e l’esperienza vanno di pari passo

Esiste un aneddoto interessante e curioso sulla vita di Albert Ellis, lo psicologo statunitense che mise a punto la Terapia Razionale-Emotiva.

Quando aveva 19 anni, Ellis era molto timido ed aveva timore di parlare in pubblico.

Per superare questa sua paura (di cui era consapevole), fece una scommessa con se stesso: decise che avrebbe parlato con 100 ragazze che non conosceva e che frequentavano il parco dove lui era solito andare a leggere.

Ellis fece questa esperienza molto prima di inventare il suo metodo di fare psicoterapia, ma già da giovane aveva capito che il ruolo dell’esperienza era fondamentale per attuare un cambiamento vero e proprio.

Molti anni più tardi, ammise che questo evento influenzò il suo sviluppo della Terapia-Razionale Emotiva e che adesso si divertiva molto di più nel parlare di fronte ad un vasto pubblico.

Quindi, in parole povere … come faccio a cambiare?

Acquisisci consapevolezza di quello che vuoi cambiare e poi attivati facendo nuove esperienze che siano alla tua portata in quel dato momento.

Per usare una metafora, cambiare se stessi è come andare in palestra.

All’inizio tutto ci appare difficile, sudiamo tantissimo e lo sforzo è immane.

Con il passare dei mesi e con la costanza di andare in palestra giorno dopo giorno, ci accorgiamo che lo sforzo è sempre minore e che soprattutto cominciamo a vedere i primi risultati.

Questi risultati positivi saranno la spinta che ci motiverà a migliorarci sempre di più, finchè non arriveremo alla meta che ci eravamo prefissati.

Perciò, cosa aspetti?

Smetti di chiederti “Come faccio a cambiare?” ed esci dalla tua comfort zone iniziando a fare nuove esperienze adesso! 🙂

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Alla prossima settimana per un altro articolo.

Dottor Antonello Mattia

Pubblicato da Antonello Mattia

Mi chiamo Antonello Mattia, sono uno psicologo e scrivo articoli riguardanti il mondo della psicologia e della psicoterapia, parlando di concetti complessi in modo fruibile e divertente.

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