Cos’è il rimuginio?
Perchè a volte non si riesce a smettere di pensare a qualche preoccupazione per ore o giorni?
In questo articolo risponderò a queste domande così saprai riconoscere il rimuginio e sapere come funziona: la conoscenza di sè è potere!
Il rimuginio è un concetto che ha a che fare con l’ansia.
Il costrutto teorico dell’ansia è composta da:
- Aspetti cognitivi (anticipazione di quello che sta per succedere, apprensione, preoccupazione)
- Aspetti emotivi
- Aspetti biologici (attivazione psicofisiologica)
Nel corso degli anni tutte e tre queste componenti hanno ricevuto un’adeguata attenzione da parte degli studiosi.
La componente cognitiva è quella che può essere sintetizzata attraverso la parola inglese “worry“.
In italiano, la traduzione più esatta del termine “worry” è quella di “rimuginio”.
Con il termine rimuginio si intende un’attività di carattere prevalentemente cognitivo, che si allarga e si snoda lungo un tempo più o meno lungo occupando l’attenzione e la mente dell’interessato.
Quindi, il rimuginio è un fenomeno in cui:
- Facciamo prevalentemente pensieri negativi
- Adottiamo una strategia di evitamente cognitivo
- Persistono le emozioni negative
Tuttavia, il rimuginio in sè non è da considerarsi patologico.
Sarà capitato a tutti di passare dei momenti in cui non si riesce a smettere di pensare a qualche problema oppure a qualche paura.
I testi di psicologia affermano che esso può essere un fenomeno normale del quale tutti hanno avuto esperienza.
Infatti, è un processo di adattamento associato alla funzione di sopravvivenza connessa alla paura.
Il rimuginio aumenta il livello di vigilanza del nostro organismo in vista di un possibile danno, cercando di portare tutta l’attenzione sul problema in modo da trovare soluzioni.
Apparentemente, sembra placare in qualche misura la paura e l’ansia: pare che sia per questo motivo che a volte non si riesce a smettere di pensare a qualcosa, anche se ha superato ormai la sua funzione costruttiva.
Quando il rimuginio diventa patologico?
Il rimuginio diventa patologico quando è un’esperienza indesiderata che è incontrollata e si auto-alimenta.
La persona non riesce a smettere di pensare a queste preoccupazioni, tanto da percepire questo processo come al di fuori del suo controllo.
È un fenomeno dannoso perchè interferisce con le attività quotidiane: la persona vorrebbe prestare attenzione a quello che sta facendo, ma non ci riesce a smettere di pensare a questi pensieri intrusivi e perciò non si concentra al 100% sul presente.
Quello che accade è che l’individuo non riesce più a risolvere i problemi che la vita gli pone di fronte, e questo ha spesso numerose conseguenze negative.
Quale genere di persone è più vulnerabile verso lo sviluppo del rimuginio patologico?
Il rimuginio patologico si svilupperebbe con maggiori probabilità in persone che:
- Percepiscono sostanzialmente il mondo come un posto pieno di pericoli
- Temono di non avere in sè le capacità per far fronte agli eventi che il futuro potrebbe avere in serbo per loro
La presenza di queste due credenze (ho già affrontato l’effetto delle credenze sulla nostra salute in questo articolo) è uno dei fattori che può predisporre alla patologia.
Altri fattori potrebbero essere:
- Lo stile di attaccamento sviluppato nell’infanzia
- La strutturazione modulare della memoria a lungo termine
Quali sono i parametri più immediati per distinguere un rimuginio normale da uno patologico?
Il primo è la frequenza, ovvero quanto spesso la persona indulge in questo genere di attività mentale.
Ovviamente, dedicare un tempo sostanzioso al rimuginio aumenta la probabilità che esso diventi patologico.
Il secondo è il contenuto, ovvero ciò di cui la persona si preoccupa.
Spesso, il rimuginio patologico è caratterizzato da pensieri catastrofici e disgrazie potenziali, sia rivolte verso noi stessi che verso le persone che conosciamo.
Spero che la tua conoscenza di questo processo mentale sia migliorata grazie a questo articolo.
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Alla prossima settimana per un altro articolo.
Dottor Antonello Mattia